Prima di iniziare il viaggio che mi porterà a voi, amici let¬tori, chiarirò perché ho scelto di intitolare la mia raccolta di poesie, “La fragilità del cristallo”. Un poeta è attraversato dal¬le immagini mentali, è sbalordito dalle metafore, è sovrastato dai ricordi, è impregnato dal trascorrere del tempo, è attratto dalle antitesi e dalle dicotomie. A volte è così difficile seguire i propri pensieri nascosti, dare vita ai propri stati d’animo, annullarsi nel tempo e nello spazio, e ci si ritrova denudati, senza verità, di fronte a se stessi con la sola voglia di esistere. All’inizio il titolo è giunto all’orecchio, prima che al cuore, ma dopo ho riflettuto meglio ed in modo variopinto ho accostato il cristallo, questa struttura solida, costituita da atomi, mole¬cole o ioni, che ha una sua disposizione geometricamente re¬golare e l’ho accostata, trovando delle connessioni necessarie, alla poesia. Il termine poesia deriva dal greco p??e?? e significa creare, produrre e con la scelta e l’accostamento di particola¬ri leggi metriche o libere riesce a trasmettere concetti e stati d’animo in maniera evocativa. Perciò come il cristallo che in determinate condizioni crea le sue strutture cristalline, la poe¬sia genera le sue geometrie e induce l’uomo ad interrogarsi di fronte ai misteri del mondo e di se stesso e lo aiuta in questa insopprimibile illusione che è la vita.