“…credi nell’esistenza di un luogo accessibile da chiunque, in qualsiasi momento, che contiene tutto ciò che noi esseri umani siamo stati in grado di pensare e realizzare? Un luogo dove le forme dell’arte si sono mescolate e sedimentate in un processo inarrestabile di cannibalismo rituale nel quale ci si nutre di ciò che stimiamo degno a tal punto da trasformarlo in parte di noi stessi, assimilandolo? È lì che andiamo ora, in questo luogo ideale e reale al tempo stesso, ad assistere ad un parto e ad una invenzione.”
(tratto dalla postfazione di Enrico Siccardo)