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Lu Strigaro Fabbricatore

Fatemorgana

Fatemorgana è un Viaggio onirico. E nel contempo permeato di realismo magico. Quasi un ossimoro.
Quasi. È un Viaggio sul Femminile. Per il Femminile. Tra le brume e i vapori del Respiro Vitale.
Tra le immagini idealizzate, scritte, poi divinamente recitate (e prim’ancora di tutto ciò, sognate), riemergono Creature Femminili. Donne, Ragazze (anche qualche Bimba), incontrate lungo il sentiero della mia esistenza: Farwa, Paola, Serena, Aoi, Francesca, Ida, Manami, Alice.
Sensazioni, Brividi, braci del Cuore, sciara di Emozioni dell’Anima. A rendere loro omaggio.
A rendere loro tributo. Doveroso. Perché Qui e Ora, ancora la non-primeva sperequazione di genere (intesa come Androcrazia), regna quasi incontrastata (per folgorazione si legga “Il Calice e la spada” di Riane Eisler).
È un Viaggio questo, immaginato breve, che prende spunto nel titolo (solo lambendolo e ridefinendolo), dal nome/mito di una Donna, anzi, di una Maga. Quindi Creatura non di questo mondo (e che ha nello stesso nome, un suo fascino innegabile e melodioso; e Magia non a caso, deriva dal lemma sanscrito “Māyā” che indica l’Illusione).
Quest’ultima, non è la Fata Morgana del ciclo mitico di Re Artù; qui non s’ispira alla terribile furia guerriera celtica/irlandese di Morrigan, bensì alla probabile etimologia (nel nome) della Divinità bretone Morgen , Ninfa/Dea delle Acque. Quindi Custode dell’Amore, della Fecondità, della Vita.
E nel contempo “fatamorgana” è un fenomeno ottico. Un miraggio. Che confonde la visione.
Che fa sembrare il Tutto, altro. diverso. E più vicino.
E le Fatemorgana del titolo (il neologismo è mio), sono luminose creature (incluse scrittrici per l’infanzia e cantanti rock), che lottano nel quotidiano per la loro autodeterminazione, per la loro dignità, per la loro libertà, in un contesto a tutt’oggi di dominanza maschile/maschilista (di cui prima). E sembrano quasi di un Altro Mondo. E sembrano quasi un Miraggio.
Incontratele, ricontattatele, perse di vista, sfumate nel Tempo e nel Tempo riapparse.
E ora sembrano così vicine…
E questo mio Viaggio Onirico di dodici ore d’Oscurità e altrettante di Luce vuol dare a queste mie Fatemorgana voce, forma, essenza, anima, cercando di ridefinire (verbo che adoro!) dinamiche, ritmi del cuore, lottando contro stereotipi, cliché, luoghi comuni sui rapporti di genere.
Su quelli dell’Esistenza in genere.
Per troppo tempo la Donna è stata relegata ai margini!
Tra le brume e i vapori del Respiro Vitale, si stagliano vivide e abbacinanti le Fatemorgana, policrome Creature a trascolorare l’incubo dell’oggi.
Tra il Sogno e il Miraggio di un Nuova Consapevolezza.
Tra il Sogno e il Miraggio di un Nuovo Realismo Magico.


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