Sotto cieli diversi, in direzioni diverse navighiamo tutti lo stesso mare mutevole dell’esistenza, ma troppo spesso, ripiegati su noi stessi, perdiamo tempo a chiederci: «Se avessi… Se non avessi… Se fossi stato…»
Cerchiamo risposte ormai inutili, mentre ci sfugge qualcosa che si chiama “stupore”.
Dovremmo imparare ad alzare lo sguardo: miliardi di stelle, percorse da fremiti vitali, accendono falò nei nostri cieli; innumerevoli pianeti, avvinghiati “d’amore di gravitazione”, danzano come funamboli senza rete. Ogni giorno e a ognuno di noi, senza biglietto o scontrino, è concesso di assistere allo spettacolo.