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Davide Giovannini

SENZA RETE

Lotta, instancabile lotta, e amore, inarrestabile amore. Intrecciati, non necessariamente uno conseguente all'altro, questi stati d'animo affiorano nei versi di "Senza rete", in cui ci si incammina seguendo il sentiero iniziato con "Notte di vento". È un privilegio conoscere i luoghi dove nascono le poesie di Davide Giovannini, e non solo perché è lieve il ricordo del vento che porta colore e profumo di lavanda lungo la valle del Senio: è anche il mezzo più efficace - seppure non unico - per lasciarsi cadere senza paura nel suo universo, nella cupezza sorda delle sue liriche. Si precipita attraversando sensazioni struggenti, amaramente note, condivise. Abbandonandosi, inevitabilmente troviamo - o ritroviamo, se l'avevamo smarrita - la forza per ripercorrere angosce che segnano la nostra vita, la vita di tutti. Al tempo stesso, però, mentre la gravità del dramma ci appare impossibile da affievolire nonostante la resistenza che le opponiamo, nelle parole di "Senza rete" si affaccia con forza l'immenso amore per i mondi e per le persone che Giovannini abita e incontra. Viene in mente Rainer Maria Rilke, quando sostiene l'obbligo per l'artista di amare il mondo per poter creare la propria opera, soprattutto quella letteraria. E' proibito astrarsi, anche se la voglia di fuggire la tristezza sembra reclamarlo con avidità. Così, la profonda asprezza di questi versi diviene un involucro che, per quanto spesso e roccioso, attende solo di aprirsi per rivelare infinite passioni e dolcezze. Per approdare al bene, al bello, allo spirito. Alla speranza. Servono fatica, sudore e lacrime - la lotta - per abbattere gli ostacoli, per squarciare quell'involucro che Giovannini fronteggia nelle lunghe e silenziose notti nere, nelle tempeste del cielo di Casola Valsenio, nelle mareggiate invernali, nelle pause della propria esistenza, ma poi, verso dopo verso, immagine dopo immagine, emerge potente l'amore di una favola raccontata al figlio, di un abbraccio tanto cercato con l'amata, di un frutto che finalmente matura dopo una stagione di attese e di lavoro, di una collina che dopo l'inverno più crudo diviene verde di grano e striata di lavanda.