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Vanna Antonioni

Tina Modotti
- Dialoghi di una vita -

Assunta. Anzi Assuntina, detta Tina, friulana dagli occhi neri, emigrante in America, agli inizi del Novecento, aveva avuto un uomo, Roubaix de L'Abrie Richey, detto Robo, raffinato ed eccentrico poeta e scrittore, canadese, dolce e platonico, più amico che marito, che l’abbandonò per recarsi in Messico, e morire, di lì a poco, di vaiolo. Fu poi la volta di Edward Weston, famoso fotografo californiano, convinto purista dell’arte, collerico e geloso, che non ebbe scrupolo di sostituire l'amico Robo e fare di Tina la sua amante oltre che allieva, fino a quando, preso dalla nostalgia per la famiglia, abbandonò Tina in Messico, per tornare in America. Poi Xavier Guerrero, indio messicano di origine olmeca, pittore e militante comunista, di carattere riservato e impenetrabile, che fedele al richiamo di Stalin, abbandonò Tina in Messico per recarsi a Mosca.
Come un fulmine, arrivò nella sua vita, Julio Mella, suo unico e grande amore per soli quattro mesi, cubano, rivoluzionario di professione, che l’abbandonò una prima volta, per andare a Cuba per un’insurrezione armata, e divenuto, poi, la tragedia della sua anima, quando l’abbandonò per sempre, il giorno in cui venne assassinato, mentre le camminava a fianco. Tina rimase sempre sola. Come donna o oggetto di piacere, fu amata da uomini, diversi fra loro, poi perduti per una qualche motivazione o circostanza drammatica. E fu sola anche quando compare nella sua vita, l’ultimo uomo, quello della convenienza, Vittorio Vidali, suo connazionale triestino, comunista e attivista clandestino, che trascinò Tina in drammatici avvenimenti storici, a fianco di Stalin, alimentando l’immagine di una Tina, militante comunista, spia avventurosa e cospiratrice, suo malgrado, all’ombra e agli ordini di un Partito e poi nella Guerra Civile in Spagna, dove Tina, eroina tenace e silenziosa, aiutò e confortò la popolazione Repubblicana, durante i terribili giorni della sua lotta contro il Franchismo. Era sola anche la notte in cui morì nel 1942, per un attacco cardiaco, a Città del Messico. Ma Tina, oltre che donna libera e passionale, che amava dando tutto di sé, in cambio di poco o niente, di grande sensibilità e intelligenza, era stata soprattutto una consapevole rivoluzionaria della fotografia. Sono una fotografa e nient’altro, amava però definirsi, con l’umiltà che sempre la contraddistinse. Ma le circostanze della vita, che la ferirono nei suoi più profondi sentimenti di donna, le rubarono l’opportunità di dimostrare, in modo definitivo e completo, il suo talento nel campo della fotografia. Una vita d'artista interrotta dalle vicissitudini della vita personale.