Gustavo Riccioni

NUDA PIETRA

Gustavo Riccioni affida alla parola, e allo sgranarsi delle paroleverso, un’interiore energia scandita come gesto, aperta come sguardo e penetrante l’ambiente naturale in profonda consonanza, che amalgama, su toni essenziali, il senso della libera fruizione a contatto con la natura ma anche dell’operosità, in una visione poetica che da quell’intima assimilazione prende spunto, avvio e motivazione, oggettivando fenomenl e realtà, di flora, fauna ed elementi (il sole, il vento, l’azione del tempo).
Da situazioni osservate o vissute, rese con nettezza e totale coinvolgimento, il poeta trae dinamismi visivi e di presenze, concentrando in liriche brevi, dense di creature aeree ed entità (“Un falco plana”, “Il nibbio volteggia”, “dall’alto/brillano gabbiani”), una disposizione tesa a fissare più che il trascorrere del tempo una mossa attualità, che reca sapore di integro e di antiche consuetudini: la cura indagatrice del cacciatore, l’errare o la sosta del pastore, le ascensioni, con un’intuitiva interpretazione dei segni in costante seppure inquieta fusione con lo scenario naturale, accensione di poesia e dimensione dell’anima.
Intrecci di linee, spazi, colori, luminosità, compongono il taglio timbrico, ben lontano dalle contrapposizioni natura-città, da intonazioni arcadiche o paniche quanto dalle corrosività metropolitane, così spesso presenti nella lirica modema.
Qui, al contrario, la poesia mantiene atmosfere ed eventi sul piano di un vissuto-presente che richiama al senso originario sia il recupero della memoria sia la coscienza dell’identità, definita dal rapporto che con quel mondo si avverte acquisito e posto a premessa di ispirazione e di tematica, per raccontarne le tinte e il frastagliato insieme: la bellezza, infine, con la sensibilità e la sensitività di un temperamento naturalmente Poeta

Tratto dalla Prefazione di Rosa Di Benedetto Odazio


Collana "Gli Emersi - Poesia "
pp.80 €13.00
ISBN 978-88-7680-306-2

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