Claudio Roberto Cocchi

Il volto umano della giustizia


Cosa spinge un ragazzo di quindici anni a scrivere un libro? Fortuna, notorietà, forse soldi? No, altro. Da bambini la fantasia accompagna il gioco, il divertimento per eccellenza è inventare storie da impersonare con gli amici o con i giocattoli.
Oggi quel che è rimasto di quel bambino è la fantasia, non più da proiettare su amici e giocattoli, bensì sulla carta: architettare storie che riescano a divertire il pubblico. Non si tratta, però, di puro divertimento giacché, nel profondo di ogni gioco, di ogni favola, esiste una nota di realtà, una morale.
In fondo, cosa sarebbe un libro giallo se non una storia che diverta ed appassioni il pubblico? Un gioco per adulti, insomma. E qui entra in gioco (non a caso) la fantasia, quella cara compagna di avventure che ogni sano bambino possiede.
Detto, però, che non si vuole solo divertire ma lasciare qualcosa di fondo su cui riflettere, occorre fare del “libro giallo”, un “romanzo-giallo”: veicolare attraverso una storia fantastica che appassioni, tipica del “giallo”, un messaggio complesso da sviscerare durante la lettura dell'opera e della sua parte finale.
Ecco, quindi, il motivo che spinge un quindicenne a scrivere un libro, fare della fantasia lo strumento per ricordare quali sono i canoni del mondo, oppure, ma è la stessa cosa, risvegliare il bambino che dorme nell'adulto. Lo scrittore, infatti, rimane intimamente un bambino che gioca e chiama a giocare gli altri, condividendo regole a volte dimenticate.
Un giovane, allora, scrive per rimanere bambino ed essere adulto al tempo stesso. Ciò vale anche oggi che, ahimé, quindicenne non sono più.
Quello che voglio creare nel mio libro è l'unione di due storie, una scritta nell'antichità da Omero come l' Odissea e una più recente creata da Dumas Il conte di Montecristo. Questi sono due testi apparentemente diversi ma, in realtà, hanno notevoli punti in comune. Io voglio raccogliere le fasi più indicative nonché i contenuti etico-morali di entrambi i testi ed amalgamarli in «chiave moderna». Questo tipo di chiave rappresenta i problemi, le situazioni, i linguaggi del nostro tempo, perchè ogni epoca possiede la sua chiave di lettura e d'interpretazione. Sono consapevole di preparare un lavoro difficile però sono altrettanto sicuro che il risultato possa essere un buon libro. Correrò il rischio!
Quando il mio libro sarà pubblicato, avrà di fronte a se quattro destini, quattro strade, in linea teorica. Un libro, infatti, può essere: apprezzato dalla critica e del pubblico, apprezzato dal pubblico ma non dalla critica, apprezzato dalla critica ma non dal pubblico, non apprezzato da entrambi gli schieramenti. Sinceramente mi auguro che al mio libro sarà riservata la prima strada per i seguenti motivi: se uno scrittore vede promosso il suo libro dalla critica e dal pubblico, significa che avrà un gran successo in termini di penetrazione del messaggio di fondo.
Il libro presente è stato scritto più volte e altrettante volte è stato riletto, con lo scopo di garantire una scorrevolezza narrativa e dialogica che renda l'intera opera comprensibile ad un pubblico d'età diversa. Deve essere chiaro che la comprensione ad un pubblico vasto è una componente fondamentale del libro, poiché ho cercato di far capire l'importanza di alcuni princìpi morali dimenticati dalla nostra società moderna.
Con queste parole concludo e vi auguro buona lettura.


Collana "Giallonotte"
pp.228 €14.00
ISBN 978-88-6498-342-4

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