Cristina Giannattasio

BRUTTE STORIE ROMANE

Chi è Norma Alfano, la donna trovata morta nella sua macchina a pochi passi da un lussuoso palazzo al centro di Roma?
Chi ha ucciso Rosina Caruso, il cui corpo giace cadavere tra le lenzuola del suo stesso letto?
Cosa nasconde la mente di Fernando, l’uomo che da molti anni si è chiuso in un silenzio catatonico carico d’angoscia?
Tre piccole storie, tre piccoli omicidi qualunque, come ne scorrono tutti i giorni sulle cronache nere dei quotidiani.
E una grande intuizione: che è la televisione e i mass media che trasformano la realtà in reale.
Cristina Giannattasio ci racconta tre storie semplici, tre vicende di ordinaria follia, perché ogni qual volta che muore un altro essere umano c’è sempre dietro un motivo che in qualche modo spinge verso la follia, che sia la paura, l’avidità, il silenzio o l’orrore.
Ma forse l’orrore più grande è quello che abbiamo dentro e che si nasconde dietro una quotidianità fatta di gesti, di parole, di una normalità presunta o voluta, oppure soltanto desiderata al punto da farla reale.
Il dramma della gelosia, il muro dell’incomunicabilità, la follia della furbizia: questi sono i tre temi che attraversano i tre racconti, scritti con fare leggero e mano veloce, che invitano, dissimulano e talvolta perdonano.
Perché quando si parla di Caino si parla anche di coscienza, di quella sottile linea che c’è tra il bene e il male e di quanto sia talvolta facile attraversarla senza rendersene conto.
È veramente mirabile come la Giannattasio riesca a condensare temi profondissimi nel breve battito di ciglia di un racconto e di come, in poche pagine riesca a trascinare il lettore verso l’agnizione finale, che mai è scontata e spesso lascia l’amaro in bocca.
Le domande che queste storie ci pongono sono molteplici e spesso le risposte non sono facili davvero, ma ogni volta che ci si pone di fronte a un omicidio la prima questione che nasce è quale sia il valore della vita.
E non in senso morale o etico, ma semplicemente quanto si è disposti ad offrire alla sorte per prendere il posto di Dio.
La risposta in questo caso è molteplice, come sono i casi: la vita non vale sempre la stessa cifra e c’è sempre chi decide di barare al tavolo da gioco, ma in ogni caso un prezzo c’è ed è sempre molto alto.
Ma c’è un altro aspetto su cui l’autrice indugia, la spettacolarizzazione della morte stessa, quella curiosità morbosa che rende tutti voyeur, attaccati alla televisione per scoprire cosa accade, quella specie di sottile compiacimento che ha l’animo umano di volersi ergere a giudice universale, di assurgersi la competenza di poter giudicare e condannare. Ma in fondo, davanti alla morte, siamo davvero tutti uguali.
È forse questo il messaggio più profondo di questi tre brevi racconti? Probabilmente la certezza non è di questo mondo e ogni lettore troverà una sua chiave di lettura.
Ciò che è certo è che nessuno potrà fuggire il fascino di questo libro e non lasciarsi cullare nei vibranti misteri che sono racchiusi al suo interno.

Flavia Weisghizzi


Collana "Giallonotte"
pp. 64 €12.00
ISBN 88-7680-078-6

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