Il Premio Fëdor Dostoevskij è stato indetto nel 2021 per celebrare i due secoli dalla nascita del grande pensatore russo che nacque l’11 novembre del 1881.
I suoi testi hanno attraversato generazioni per secoli, senza che quelle pagine sentissero la polvere del tempo che inevitabilmente si deposita sui testi figli solo del momento.
Mi piace definirlo un pensatore, prima che un grande scrittore; distendere le parole sulla pagina è solo il sintomo che qualcosa è già accaduto e che tanto spazio concede alla ricerca che anticipa o accompagna la stesura di un testo: “l’indagine che anticipa la scrittura è essa stessa letteratura”, e Dostoevskij è un indagatore dell’esistenza, dei tormenti che porta la conoscenza dell’altro, affronta e analizza il disagio del diverso che deve confrontarsi con gli standard delle società conformiste.
Tratto dalla Prefazione di Giuseppe Aletti

Facendo riferimento a questo colosso della letteratura, ogni letterato che compare nella presente antologia, in base alle proprie peculiarità, ai propri interessi e al proprio stile, ha trasmesso emozioni, passioni, meditazioni su tematiche inerenti alla nostra vita quotidiana, come l’indifferenza, la solitudine, la mancanza di rapporti umani e sociali, l’ingiustizia, la guerra, l’odio, la violenza, l’amore la pace, l’attaccamento a madre natura e alle radici familiari.
In un mondo che a volte appare ostile ed indifferente, i nostri autori sono spinti a cercare rifugio nella scrittura, grazie alla quale riescono a rappresentare i colori delle quattro stagioni della loro vita, i loro amori e le loro sconfitte, le loro gioie e le loro sofferenze, il loro continuo peregrinare nei meandri della vita e il loro costante desiderio di raggiungere la pace interiore.
Tratto dalla Prefazione di Hafez Haidar