Il titolo dell’opera, Maestraù, implica un viatico romantico, simbolico ed evocativo: il nome di un vento che trasporti questi componimenti in fuga, verso altri territori, altre culture, lettori, autori.
All’interno di Maestraù (vento cardine del Mediterraneo, presente nella rosa dei venti) si susseguono, in ordine alfabetico: Gianni Di Lella con Pensieri di Viaggio; Erika Filardo con Del delirio e d’altri dei; Sebastiano Gambino con ALBA E TRAMONTO; Carmela Marrazzo con Non sarà sempre autunno; Donatella Proglio con Il reale e l’interiore: poesie; Rosa Puorto con La cernia.(estratto dalla prefazione di Giuseppe Aletti)
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Gianni Di Lella con Pensieri di Viaggio
E muoio un po’, alla volta.
Da quando non mi tieni sveglio i pensieri
Allora non dormo troppo.
Passeggio sulle spiagge della ragione
Erika Filardo con Del delirio e d’altri dei
Sono anch’io vino vecchio
e dio ci perdoni,
ma dobbiamo ancora
-sconfinare-
senza alcun pudore.
Sebastiano Gambino con ALBA E TRAMONTO
Sarebbero migliori le nostre vite,
se ogni uomo fosse mite,
ammiro molto l’agnello,
un animale mansueto e bello,
bianco come il latte,
docile aiutante.
Carmela Marrazzo con Non sarà sempre autunno
Mi lasciò.
Non provai a trattenerlo.
Negli occhi un po’ amaro
il sapore dell’ultima lacrima.
Donatella Proglio con Il reale e l’interiore: poesie
La mente vola via
ogni volta che ti vedo,
nei tuoi occhi,
che frugano nei miei,
vedo la rivalsa
Rosa Puorto con La cernia
Si parte per amor,
ma il suo cuor è sempre lì,
tra le onde del suo mare,
tra gli alberi della Sila,
lui ha lasciato il cuor.