Il titolo dell’opera, Bise, implica un viatico romantico, simbolico ed evocativo: il nome di un vento che trasporti questi componimenti in fuga, verso altri territori, altre culture, lettori, autori.
All’interno di Bise (vento di tramontana che coinvolge diverse regioni, dalla Savioia, alla Svizzera, alla Lorena fino all’Alsazia. La bise è un vento freddo, vigoroso, spesso persistente, da nord o nordest, che soffia dalle montagne alpine verso la Svizzera e la Francia) si susseguono, in ordine alfabetico: Aurora Caramia con Strade lastricate, Giovanni D’Elia con Vagheggi, Chiara Ferilli con Il Canto, Vito Iannella con Il Rumore Dei Tuoi Silenzi, Sergio Pais Bianco con La sirena oltre l’orizzonte, Maria Libera Piemontese con Tra sogno e illusione.
(estratto dalla prefazione di Giuseppe Aletti)
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Aurora Caramia con Strade lastricate
Quando l’irrazionale tempestoso
si spande, penetra,
invade le menti umane,
la dea Atena giace nascosta
nelle pieghe del dio Thanatos.
Giovanni D’Elia con Vagheggi
Ora versi liberi
ti scrivo
come libero
è il mio spirito
nel ricordo di te.
Chiara Ferilli con Il Canto
Nascosta sono
nel tempo e nel posto:
le mura fredde e le
coperte
in cui avvolgo
il corpo mio caldo
Vito Iannella con Il Rumore Dei Tuoi Silenzi
Di noi è rimasto solo il ricordo
di una storia che ci ha cambiati
cresciuti, avviati verso strade diverse
senza dimenticar nulla
dei passi che insieme abbiamo percorso...
Sergio Pais Bianco con La sirena oltre l’orizzonte
Stordiscimi fino a che io non veda l’Aurora
Aurora ora
Tocco te
Come tu tocchi me
Senza starsi a chiedere più perché…
Maria Libera Piemontese con Tra sogno e illusione
Ho ascoltato la mia anima,
senza più paura,
ritrovando la forza interiore,
l’infinito e i suoi colori.