Il titolo dell’opera, Sarnér 2017, implica un viatico romantico, simbolico ed evocativo: il nome di un vento che trasporti questi componimenti in fuga, verso altri territori, altre culture, lettori, autori.
All’interno di Sarnér 2017 (nel dialetto utilizzato nell’area orientale dell’Emilia-Romagna indica il Libeccio, vento molto caro alla letturatura, presente nella rosa dei venti classica, che sorge nell’isola di Zante) si susseguono, in ordine alfabetico: Alessio Bouchiba con Humus, Lidia Fera con Il Caleidoscopio, colori e sfumature di una vita, Simona Franzi con Jenny in me, Roberto Lasco con Indefinite prospettive, Daniele Marchesi con Versi Diversi, Veronica Micheli con Il florilegio del cuore.
(estratto dalla prefazione di Giuseppe Aletti)
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Alessio Bouchiba con Humus
Fumo negli occhi mi fa cieco,
temerario e stupido
per l’arroganza di sapere.
E io, così sicuro, che la foglia
caduta mi cambia natura.
Lidia Fera con Il Caleidoscopio, colori e sfumature di una vita
La meta del suo vagare, è questo incontro
dì perfezione, luce, musica, colore.
Una lunga attesa,
per essere insieme una poesia.
Simona Franzi con Jenny in me
Quel poco sia scritto su una roccia,
una tavola di pietra,
sia ruvido come ciò che è naturale,
sia grande come il mio cuore.
Roberto Lasco con Indefinite prospettive
Ogn’ora sembra infinita,
quando il dolce profumo d’una lei,
arricchisce di pura speranza
l’essenza pudica
d’un mero desiderio d’amore.
Daniele Marchesi con Versi Diversi
Che bello, sentire al mattino la tiepida brezza,
vedere la gente, dallo sguardo gentile,
riempire di paglia il proprio fienile,
ostentando gran calma, serenità e fermezza.
Veronica Micheli con Il florilegio del cuore
Resto qui,
cammino scalza
nell’infinito riverbero
delle schegge di ricordi.