Il titolo dell’opera, Zephyrus 2017 implica un viatico romantico, simbolico ed evocativo: il nome di un vento che trasporti questi componimenti in fuga, verso altri territori, altre culture, lettori, autori.
All’interno di Zephyrus 2017 (secondo la tipologia classica della Rosa dei Venti secondo Omero) si susseguono, in ordine alfabetico: Giuseppe Gianpaolo Casarini con Vite, fiori, canti, Gabriele Contardi con Operando opere (testi d’un comune operaio), Valeria Cospito con Avere le ali, Sebastiano Gambino con Esplorazione, Roberto Lasco con Indefinite prospettive, Michela Salice con Da me a te.
(estratto dalla prefazione di Giuseppe Aletti)
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Giuseppe Gianpaolo Casarini con Vite, fiori, canti
Pur di te come di questi fiori scordato
mi son fanciulla dal nome sconosciuto,
che val chiedere scusa? Passate negli anni
tante nel maggio dolci nuove fioriture,
bello è oggi ritrovare con questa e nel ricordo
il profumo della nostra sfiorita giovinezza.
Gabriele Contardi con Operando opere (testi d’un comune operaio)
In un mondo fatto strano,
dove intere genti muoion di stenti,
i “Padroni del mondo” si sollazzano
in silente ed insolente invito;
(paga insignificante popolano!)
Valeria Cospito con Avere le ali
Il campo scompare,
il sole l’annienta,
la mia anima è cupa,
il tramonto riappare.
Giunge propizio il rosso di sera.
Sebastiano Gambino con Esplorazione
Non sarà vana la loro battaglia,
ricordata da chi irrimediabilmente sbaglia,
non saranno vane le loro imprese,
ricordate da tutti nel celeste paese,
ma non sono eroi tutti gli esseri viventi,
non i codardi ma i combattenti.
Roberto Lasco con Indefinite prospettive
Ogn’ora sembra infinita,
quando il dolce profumo d’una lei,
arricchisce di pura speranza
l’essenza pudica
d’un mero desiderio d’amore.
Michela Salice con Da me a te
Sono ora seta tempo voluttà
tutto ciò che avvolge che trascorre invade
sono la pelle nuda il sangue come lava
sono l’incandescenza sono ora assenza.