Il titolo dell’opera, Aquilo, (vento di tramontana, col quale veniva indicato il settentrione. Nelle antiche rose dei venti romane, Aquilo o Aquilonice era il vento compreso fra Boreas e Solanus, spirante da una direzione compresa, secondo la terminologia medievale, tra Tramontana e Greco) implica un viatico romantico, simbolico ed evocativo: il nome di un vento che trasporti questi componimenti in fuga, verso altri territori, altre culture, lettori, autori.
All’interno del Aquilo si susseguono, in ordine alfabetico: Rosa Di Benedetto Odazio con All’improvviso, il vento, Matilde Estensi con Arcobaleno, Enrico Giacomini con IMPRESSIONI ESPRESSE E ALTRO, Marta Losavio con Note sfumate, Giulia Paoletti con Sospesa, Sonia Spagnuolo con Echi riflessi dell’essere.
(estratto dalla prefazione di Giuseppe Aletti)
************
Rosa Di Benedetto Odazio con All’improvviso, il vento
Improvvisamente il vento
cade, come arretra la notte silenziosa
come il cuore che scandisce
senza paura
all’improvviso e dolcemente.
Matilde Estensi con Arcobaleno
Cadono le stelle
come fiammelle,
nella notte di San Lorenzo
tante scintille,
le rose, il cielo, l’eterno.
Enrico Giacomini con IMPRESSIONI ESPRESSE E ALTRO
Lontano, l’uomo seminò ingranaggi
nei campi metallici
per far nascere lancette,
e ora raccoglie le angosce mature.
Marta Losavio con Note sfumate
Quando vuoi qualcosa
e il tuo spirito no
La giovinezza non è
che l’effimero
peccato della vita
Giulia Paoletti con Sospesa
Esiste un territorio sacro
in me
in cui nessuno può entrare
se non armato fino ai denti
di comprensione
e carezze.
Sonia Spagnuolo con Echi riflessi dell’essere
Sentimenti celati per sempre
Verità che non può essere svelata
Da vivere con pazza saggezza
Oltre l’effimera eternità
Un mondo privo di malvagità.