Il titolo dell’opera, Favognano, implica un viatico romantico, simbolico ed evocativo: il nome di un vento che trasporti questi componimenti in fuga, verso altri territori, altre culture, lettori, autori.
All’interno del Favognano (vento del mediterraneo, peculiarmente estivo, che si evidenzia durante le ore pomeridiane) si susseguono, in ordine alfabetico: Piera Bazzani con Piccoli discorsi, Raffaele Iacaruso con Spazi dipinti nel vuoto, Valentina Marconi con I giorni dell’abbandono. Ricominciare., Felice Signoretti con Viole d’amore, Rossella Paola Valentino con Le pagine del cuore, Davide Zazzini con Nero mare.(estratto dalla prefazione di Giuseppe Aletti)
************
Piera Bazzani con Piccoli discorsi
La gioia
è come la fontana,
di Piazza De Ferrari,
quando zampilla!
e trabocca!
Raffaele Iacaruso con Spazi dipinti nel vuoto
Ferito da un distacco
che profuma d’addio,
sprofondo nel canto
che consola il mio essere,
svuotato di lacrime mai piante
e finalmente leggero.
Valentina Marconi con I giorni dell’abbandono. Ricominciare.
Ma chi eravamo noi, Amore?
Eravamo davvero così poco?
Eravamo davvero così indegni?
Eravamo davvero tutto questo niente?
Sto sognando o è tutto vero
Felice Signoretti con Viole d’amore
Ma dolce è pur sempre il partire
e il sapere che forse non abbuia il tramonto.
Bella la tua canzone e bello
il mantello che stelle ricamano
in queste notti d’agosto.
Rossella Paola Valentino con Le pagine del cuore
Quando di sera
la luna si nasconde tra le nubi
e il vento
sibila nella notte per viottoli deserti
di una città senza nome
Davide Zazzini con Nero mare
Noi
Naufraghi
in un oceano di parole perse
E salvati
In mezzo alla tempesta.