Il titolo dell’opera, Noto, implica un viatico romantico, simbolico ed evocativo: il nome di un vento che trasporti questi componimenti in fuga, verso altri territori, altre culture, lettori, autori.
All’interno del Noto (vento del mediterraneo, detto anche vento di mezzogiorno, prende il nome dall’omonimo personaggio della mitologia greca, figlio di Astreo e di Eros) si susseguono, in ordine alfabetico: Angelica Barile con Iēiūnus fidebus, Michela Beneforti con Pensieri, persone e sensazioni, Gino Franchetti con Per noi sognanti, Stefania Gialluca con Nadira, Emilia Anna Pasculli con Ogni ombra di luna, Gabriella Veschi con 28 Novembre.
(estratto dalla prefazione di Giuseppe Aletti)
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Angelica Barile con Ieiunus fidebus
La rabbia, la paura, il dolore,
Ti hanno divorata dall’interno.
Come posso raggiungerti?
In che luogo sicuro è fuggita
la tua identità?
Michela Beneforti con Pensieri, persone e sensazioni
La gioia è quando sorridi col cuore,
e lo stomaco non si oppone al tuo agire.
Agire come tutto di te vuole,
il corpo e l’anima,
è gioia.
Gino Franchetti con Per noi sognanti
Venne il tuo bacio a ricompormi
disperate inquietudini
posò su rivoli perenni
il tuo profumo
Stefania Gialluca con Nadira
Tanta fatica per venire al mondo
e così poca vita da vivere.
Avido è stato il tempo,
al contrario della bellezza.
Emilia Anna Pasculli con Ogni ombra di luna
Lo sguardo ora volge verso il sole
offuscato dalla fitta foschia del mattino
non vedo rondini… né passeri in volo
né aquiloni colorati nel vento
Gabriella Veschi con 28 Novembre
La luce riverberante
si distende,
si allarga,
si diffonde
e invade l’orizzonte.