Il titolo dell’opera, Silocco implica un viatico romantico, simbolico ed evocativo: il nome di un vento che trasporti questi componimenti in fuga, verso altri territori, altre culture, lettori, autori.

All’interno di Silocco si susseguono (vento della culla del mediterraneo, presente nella rosa dei venti, prende il nome dalla Siria e ha come riferimento l’isola di Zante nel Mar Jonio, tanto cara a Ugo Foscolo), in ordine alfabetico: Giuseppina Cascini con I buchi non hanno le ali, Carmela D’Alessandro con Caleidoscopio, Tatiana Foschini con Cieli d’istanti. Venti d’istinti., Francesco Magisano con Da questo mio mare, Davide Orlandi con Dichiaro guerra al tempo e perderò, Noemi Rocchi con L’alfabeto del cuore.

(estratto dalla prefazione di Giuseppe Aletti)

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Giuseppina Cascini con I buchi non hanno le ali

D’un tratto riaffiorate
nell’istinto dei gesti
che muove nel senso vissuto
del ritorno che incalza
nella mente in attesa di niente.

Carmela D’Alessandro con Caleidoscopio

Ma è bastato
un solo sguardo
per riaccendere
ricordi
che sembravano
svaniti
come la brina
in pieno giorno.

Tatiana Foschini con Cieli d’istanti. Venti d’istinti.

A voi che ve ne siete andati,
dono il mio silenzio,
con la consapevolezza che mai
ne coglierete il significato.

Francesco Magisano con Da questo mio mare

Cammini,
perso nell’aria
tinta d’un suono
greve come di morte.
Cerchi un sogno.

Davide Orlandi con Dichiaro guerra al tempo e perderò

“Ormai chiuderò ogni fugace fantasia,
e con calore,
la mia attenzione
soltanto per la mia realtà vera.
Ormai…”

Noemi Rocchi con L’alfabeto del cuore

C’è chi si addormenta all’alba
per svegliarsi al tramonto
sognando sempre
quel che non c’è
di reale in questo mondo.