Il titolo dell’opera, L’arbre à vent, implica un viatico romantico, simbolico ed evocativo: il nome di un vento che trasporti questi componimenti in fuga, verso altri territori, altre culture, lettori, autori.
All’interno di L’arbre à vent (tipicamente francese è uno strumento che sa impiegare i venti che soffiano negli spazi aperti per trasformarli in energia elettrica) si susseguono, in ordine alfabetico: Roberto Cantarini con Retaggi di errante; Maria Concetta Chiappara con Le voci del cuore; Giuseppina D’Agostino con Il tempo e oltre; Filippo Marinelli con Sentieri senza scampi; Eugenia Toschi con Anima triste; Maria Letizia Tosi con Frammenti.
(estratto dalla prefazione di Giuseppe Aletti)
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Roberto Cantarini con Retaggi di errante
L’essenza delle cose
è nel colore,
con cui il tuo occhio
tinge
all’ambiente intorno,
i differenti toni
del nitore.
Maria Concetta Chiappara con Le voci del cuore
Riesco solamente
a non finirti
nel tenebroso giorno
foriero di bugie.
Giuseppina D’Agostino con Il tempo e oltre
L’anima sta celata, in agguato
mentre mi arrampico
su un’altalena di cristallo
e narro effimere bugie.
Filippo Marinelli con Sentieri senza scampi
Tutto è ricordo vago
come quei corpi reclini di soldati
dentro cui rivedo quelli inanimati ancora
della mamma e del babbo mio e dei tanti amici
che m’han lasciato solo come quel mio primo amore disperato…
Eugenia Toschi con Anima triste
Dipingi di qualsiasi colore
il mio cammino
affoga nella mia bocca
così saprò che avevo
il respiro.
Maria Letizia Tosi con Frammenti
Viaggiano fra stridule dissonanze
echi amari di altre vite parallele
tentano di rompere la barriera del silenzio,
urlano fuori parole inutili
grida astratte di una realtà sconosciuta.