Il titolo dell’opera, Lebeg, implica un viatico romantico, simbolico ed evocativo: il nome di un vento che trasporti questi componimenti in fuga, verso altri territori, altre culture, lettori, autori.
All’interno di Lebeg (è la parola araba che dà il nome al vento di Libeccio, che dalla Libia spira verso l’isola di Zante, terra cara a Ugo Foscolo. Conosciuto per molto bene per il calore che porta con sé nella stagione estiva) si susseguono, in ordine alfabetico: Daniela Dante con Dell’Amore a-braccio, Mimì Dipalma con ReOffusione (confusione offuscata del sé), Rita Lettino con Immune, Carmela Marrazzo con Cammino nel vento, Teresa Palopoli con Petali d’ulivo, Lelia Ranalletta con Frammenti di vita.(estratto dalla prefazione di Giuseppe Aletti)
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Daniela Dante con Dell’Amore a-braccio
Io
E te
Noi
Fiori persi nel vento
Senza api in soccorso
Mimì Dipalma con ReOffusione (confusione offuscata del sé)
Smeraldo riflesso
Tinteggiato…
Ostinata richiesta
d’una pura realtà comune…
Indifferenza pungente
Rita Lettino con Immune
Mani come stormi.
Nell’immobilità muovo.
Ravviso, per soccorso, direzioni comuni.
Insiemi di libertà intersecati,
per nobili traguardi.
Carmela Marrazzo con Cammino nel vento
Mi arresi
e deposi le armi spuntate
nel tempio di Giano
sbarrando le porte
e piegandomi al Fato.
Teresa Palopoli con Petali d’ulivo
Conducimi e costernami
Più del giorno che deplora la notte
Flettimi e comprimimi
Più di un fabbro che consacra un metallo
Ah, schiava sciolta dalla tua mente
Esiste più danno di un falso inganno?
Lelia Ranalletta con Frammenti di vita
Ad occhi chiusi
sento gli scogli amici circondarmi il cuore
e, come le onde,
in un momento il battito s’appiana…