Il titolo dell’opera, Meltemi, implica un viatico romantico, simbolico ed evocativo: il nome di un vento che trasporti questi componimenti in fuga, verso altri territori, altre culture, lettori, autori.
All’interno di Meltemi (è il nome sia greco che turco dato al noto vento Etesian che soffia da nord a nord-ovest attraverso il Mar Egeo, è un vento secco e fresco tipicamente estivo) si susseguono, in ordine alfabetico: Alfredo Casile con Una magnifica vampata; Daniele D’Amico con “Su il sipario, il silenzio è di scena”; Maria Gabriella Giovannelli con La linea curva del cielo; Valentina Imperiu con Metamorfosi; Stefania Mattana con Qualcosa di te; Marina Spalla con Luci e Ombre.(estratto dalla prefazione di Giuseppe Aletti)
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Alfredo Casile con Una magnifica vampata
Credevo di volare
e invece stavo solo sognando.
E quando mi risvegliai,
precipitai in un vuoto reale
dovuto alla tristezza e al rimpianto.
Daniele D’Amico con “Su il sipario, il silenzio è di scena”
Sorvola le curve dei monti,
accarezza le schiume del mare,
non perde i granelli del tempo
salutandoli singolarmente.
Ricordo così il suo vento amico.
Maria Gabriella Giovannelli con La linea curva del cielo
Ho conosciuto
la forza di un silenzio
insolito
presente
e nello stesso tempo
assente.
Valentina Imperiu con Metamorfosi
Il velo dell’inconscio si strappa
e ti vedo...
Bella come sei,
immobile,
in un’attesa senza fine.
Stefania Mattana con Qualcosa di te
Le parole si abbandonano
E dopo muoiono sulla carta
E rinascono insieme ad altre
Fino a comporre una poesia.
Marina Spalla con Luci e Ombre
Nel petto
scoppia un tumulto,
il cuore impazzito,
batte sempre più forte,
è galoppo di cento cavalli.