Il titolo dell’opera, Ostria, implica un viatico romantico, simbolico ed evocativo: il nome di un vento che trasporti questi componimenti in fuga, verso altri territori, altre culture, lettori, autori.

All’interno di Ostria si susseguono, in ordine alfabetico: Andrea Del Giudice con Canzoni dal Bosco; Paola Fremiotti con Percorsi infiniti; Simonetta Ricasoli con Linee di trascendenza; Antonio Scocca con Quotidiane emozioni; Maurizio Valdrighi con LaLineAdelTempo; Salvatore Zaccaria Zingale con Confluenze.

(estratto dalla prefazione di Giuseppe Aletti)

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Andrea Del Giudice con Canzoni dal Bosco

Il mio cuore
carico d’odio
cerca di aprire
le porte a un
germoglio
di speranza

Paola Fremiotti con Percorsi infiniti

Chiamarsi anima ma aspirare
al terrore di questi paesaggi
che ricoprono i miei pensieri.
Chiamarsi vita ma conquistare
velocemente il sapore della sconfitta.

Simonetta Ricasoli con Linee di trascendenza

Un amore
Così lungamente pensato,
ora che le sfumature della luce
ci rappresentano
meglio delle parole, ci intenerisce.

Antonio Scocca con Quotidiane emozioni

Tripudio di gemme, di germogli;
orchestre di uccelli eseguono arcane
melodie; nelle pupille delle rondini
s’è incarnato il blu del cielo, il verde
del mare.

Maurizio Valdrighi con LaLineAdelTempo

Senza tempo l’immobilità
cerebrale
celebrata da canti notturni di vergini folli
Senza spazio
appeso
a vederle danzare.

Salvatore Zaccaria Zingale con Confluenze

Celere diffonde.
Fuggir per istanti
Ma al natio tornare,
Solenne la sua gloria
L’amicizia mi portò.