In questo terzo millennio, dove l’informazione è il sapere comune che frammenta le coscienze, mancano spazi reali di confronto e incontro, proprio nella stagione in cui la condivisione orizzontale dei social media ci illude di una fittizia fratellanza globale, rigorosamente dietro un monitor. Si percepisce indistintamente questa esigenza di riconoscere una zona franca per l’incontro elettivo, come dimostra il festival Letterario Il Federiciano – che si tiene ogni anno nell’unico Paese della Poesia, che ho avuto l’onore di progettare e realizzare – frequentato da migliaia di autori e visitatori, con l’intento di aderire a un evento che consente di proporre e ascoltare, che fa nascere quella contaminazione tra culture e esistenze che è da sempre il fondamento del progresso. E questo libro, come i prossimi che inseriremo in questa nuova collana, vuole ripercorrere questa incredibile esperienza, prendendo a prestito anche il nome: Il Paese della Poesia – Tre Poeti a raffronto.
Prendendo a prestito le parole di Carl Sandburg “La poesia è un’eco, che chiede all’ombra di ballare”, ci accingiamo a leggere i versi di Luigi Cinardo con Tatuaggi dell’anima, Lorenzo Korones con Carmina, Giovanni Lagioia con Tra cielo e nuvole sperando che la nostra eco possa trovare sintonie con le tonalità dei versi proposti.
Infine, vi propongo come punto di partenza e di riflessione, la frase che dà il titolo a questa silloge: Io non so tacere quando il cuore mi parla dentro di Fëdor Dostoevskij.
(tratto dalla prefazione di Giuseppe Aletti)
Luigi Cinardo con Tatuaggi dell’anima
Se tu potessi darmi le risposte
t’affiderei le mie confidenze,
ma tu rimbrotti e mormori su coste,
pacato e a volte duro all’impudenze
Lorenzo Korones con Carmina
Umana natura
che cogli in te stessa
l’amara inconsolata sofferenza,
il tuo destino è segnato
dal limite alla tua illusione
che ami con amore pervicace.
Giovanni Lagioia con Tra cielo e nuvole
Quando il tuo ricordo verrà a visitare i miei pensieri
lo cullerò con dolci sorrisi
e lo proteggerò con tutto me stesso
finché la prima stella
non brillerà su di me.