SUB SPECIE AETERNITATIS


Sub Specie Aeternitatis è una formula con la quale in filosofia già da molti secoli si premette un ragionamento che vuole trascendere l'immanenza della nostra vita quotidiana, razionale, concreta. Sub specie aeternitatis è quando l'occhio dell'uomo si sposta a guardare le cose dal punto di vista dell'eternità, cioè dalla parte di Dio.
E' una prerogativa dell'uomo quella di spostare il proprio punto di osservazione, e in particolare della poesia, che in virtù della sua libertà totale espressiva può guardare le cose - perché no ? - dalla parte di un fiore, o di un delfino, o anche dalla parte di Dio.
Ho scelto questo titolo, per sottolineare il valore potenzialmente molto forte che la poesia può avere. Da sempre, poesia e profezia sono parenti strette, due facce della stessa medaglia.
I poeti parlano una lingua sconosciuta a loro stessi, di cui essi sono un po' il tramite, rappresentano una voce 'altra': quella dell'inconscio per chi crede nella psicanalisi, quella di Dio per chi vede le cose in maniera religiosa.
Sub specie aeternitatis, riunisce due raccolte. La prima - Candomblè - è stata scritta nel 1998, ed è un insieme di alcune liriche, che già dall'ex ergo, tengono conto della tradizione simbolista della poesia. Proprio nel sonetto indicato, scritto da Mallarmé più di un secolo fa, il poeta esprime tutta la sua fiducia nella capacità che hanno o possono avere le parole, le parole scritte e le parole pronunciate di far 'rivivere' gesti e situazioni, addirittura il volto e il corpo di una persona amata perduta.
La seconda raccolta invece - Sub specie aeternitatis - si compone di liriche più recenti, scritte negli ultimi anni, che rappresentano uno sforzo di raccontare l'amore umano come possibilità di avvicinarsi al mistero trascendente della nostra vita. Caso, casualità, coincidenze, destini, sono solo i nomi che noi diamo al nostro dialogo interiore, alle parole che la nostra anima pronuncia tutti i giorni, e che trovano espressione più compiuta proprio nel linguaggio poetico.

Fabrizio Falconi


Fabrizio Falconi è nato a ROMA nel 1959. Giornalista, poeta e scrittore, ha esordito nel 1983 con un volume di racconti, Prima di Andare, pubblicato per Editoriale Sette di Firenze nella collana diretta da Milena Milani.
Dalla sua attività di giornalista radiofonico attento ai temi dell'approfondimento culturale e letterario, ha tratto nel 1987 un volume di riflessione teorica sui linguaggi della comunicazione, Il valore della Parola, edito da SEI - Torino, insieme a Corrado Guerzoni, Maurizio Ciampa e altri.
Nel 1996 ha pubblicato la raccolta poetica L'ombra del ritorno (prefazione di Marco Guzzi), per i tipi di Campanotto - Udine, raccolta con la quale è giunto finalista al premio Sandro Penna (sezione inediti), e segnalato al Premio Montale.
Nel 1999 Fazi Editore ha pubblicato il suo primo romanzo, Il giorno più bello per incontrarti. Sempre per i tipi di Fazi ha pubblicato nell'anno in corso un volume giornalistico sulla guerra in Afghanistan, Osama bin Laden, il terrore dell'Occidente, risultato secondo il volume "Tirature 03", il sesto libro assoluto di saggistica più venduto in Italia nella stagione 2001/2002. In aprile del 2002 è uscito, ancora per Fazi Editore, il secondo romanzo Non ci saranno altri cieli come questo.
Ha collaborato con diversi quotidiani (Paese Sera, Manifesto), settimanali (Panorama, Leggere, rivista diretta da Franco Marcoaldi con cui ha collaborato sin dal primo numero), televisioni (Telemontecarlo, RAI - Mixer) e radio. E' giornalista professionista dal 1992.