Emanuela Montanari

"Profumo" di Luigi Capuana
Analisi critica e filologica di un romanzo
tra naturalismo ottocentesco e psicologismo moderno

Pubblicato a puntate, nel 1890, sulla rivista «Nuova Antologia», poi ripetutamente riveduto dall'autore per le successive edizioni in volume, Profumo è, senza alcun dubbio, uno dei romanzi più intensi di Luigi Capuana.
Ad animarne le pagine è la storia del difficile matrimonio di Patrizio ed Eugenia, un'unione pericolosamente insidiata dall'ingombrante presenza della madre di lui.
La signora Geltrude, infatti, una donna possessiva e gelosa ai limiti del razionale, si ostina a voler vedere, nella nuora, una “rivale” che la sta privando dell'amore del figlio Patrizio letteralmente lacerato dal conflitto tra l'amore nutrito verso la giovane sposa e l'affetto filiale che, pure, lo lega all'anziana madre.
Diversamente da quanto accade nella tradizionale struttura “triangolare” di tanti drammi borghesi, però, qui, il vero elemento perturbante l'equilibrio della coppia è, semmai, uno spettro dell'interiorità, un fenomeno tutto inconscio che, di lì a poco, Freud avrebbe definito come “complesso di Edipo”.
Ma, in Profumo, gli elementi “moderni” non si esauriscono in questa dimensione psicologica, piuttosto si esplicitano al massimo quando Eugenia, torturata dall'anomala gelosia della suocera e dall'incapacità di suo marito di prendere posizione, diventerà vittima di una sorta di crisi isterica che, tra i tanti effetti, avrà quello di farle emettere, dalle sue mani e dal suo corpo, un intenso “profumo” di zàgara (donde il titolo del romanzo).
Un'opera sui generis, questo romanzo di Luigi Capuana, soprattutto se letto in riferimento al panorama culturale ottocentesco del quale lo scrittore siciliano è, all'unanimità, considerato uno dei più fecondi rappresentanti.
In Profumo, infatti, si rivela potentemente l'oramai progressivo svilirsi della narrativa naturalista, un processo che non sarà privo di sviluppi e che, anzi, porterà presto all'affermazione del romanzo “psicologico” che avrà in Luigi Pirandello uno dei massimi autori che, a sua volta, proprio nelle ultime opere capuaniane, come ha osservato Angelo Piero Cappello (nel suo Invito alla lettura di Capuana ), troverà «un serbatoio di spunti per la propria narrativa».
Il Capuana autore di questo romanzo “nuovo” è, non a caso, come scrivo nella premessa al volume, «appassionato di fenomeni spiritici, paranormali e psicopatologici, i quali, se attentamente studiati, illuminano sulla estrema precarietà dei confini esistenti tra la “normalità” e la dimensione a essa opposta, ovvero quella della “follia”, della “patologia” che attanaglia l'interiorità provocando, talvolta, pericolose deviazioni delle personalità più deboli».
In questo lavoro ho voluto tentare di ricostruire, nelle sue diverse e spesso poco delineate fasi, il processo di quella “maturazione artistica” del Capuana che lo avrebbe allontanato, sempre più consapevolmente, dalla letteratura di ispirazione positivista per proiettarlo, grande anticipatore, verso la modernità di una narrativa pessimisticamente realistica perché non più saldamente ancorata alla fiducia scientista.
Risultato finale di questo mio studio è un'opera di saggistica letteraria che approfondisce l'intera dimensione letteraria di Luigi Capuana e, in particolare, offre un'analisi minuziosa dei temi e delle peculiarità narrative presenti in Profumo , in quanto il romanzo è scrupolosamente indagato sia dal punto di vista genericamente letterario che da quello specificatamente filologico delle sue diverse edizioni.
E, mosso da una finalità dimostrativa, come un teorema geometrico, il saggio, infine, palesa come il Capuana degli ultimi anni dell'Ottocento, per quanto uomo e scrittore del suo tempo, abbia intuito l'avvicinarsi del Verismo al tramonto facendosi, così, portavoce di una diversa maniera di fare narrativa tutta animata dai vividi fermenti che muovevano dal complesso scenario culturale ed europeo alla vigilia dell'epoca moderna.


Collana "Saggistica"
pp. 144 €15.90
ISBN 88-7680-068-9

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